lunedì 17 ottobre 2011

La mia BRASSARD.... (I) - Operazione AD MAIORA.

Eccoci qui, rientrati alla base dopo quest'esperienza che difficilmente si può dimenticare.
Un mese e mezzo fà iniziavamo a contare i giorni che ci dividevano dal grande evento... tra preparazione, ricerca dell'attrezzatura e grande eccitazione, non ci siamo neanche resi conto che l'ora della partenza era già arrivata!
Zaini, tattici e fucili in macchina... sveglia prestissimo (ma va bene così) e si lascia casa per affrontare quest'avventura insieme; una colazione veloce, serbatoio pieno di carburante e affrontiamo i 275 Km che ci dividono da Piombino... durante il viaggio, tanta euforia e tante risate fatte alla radio!
Joker se la dorme tranquillamente in macchina... sarà una costante di tutta l'Operazione Ad Maiora e i suoi sonnelli diventeranno mitici! gli altri rigorosamente ad occhi spalancati per l'eccitazione!

Porto di Piombino... abbiamo dormito 3 ore scarse a testa ma il sonno, come per magia, sembra non poterci colpire.
Intorno a noi... centinaia di softgunner: li guardi... guardi i loro Defender, i VM o le Jeep super preparate per l'evento e cariche di materiali.... e pensi: CHE SPETTACOLO!
Ci caricano sul traghetto e inizia la traversata; lasciamo la terra ferma e guardiamo quel pezzetto di terra fermo in mezzo all'acqua che sarà per noi il teatro d'operazione... "VOGLIO SCENDERE CAZZO, VOGLIO COMINCIARE!!!!".
Si inizia a fraternizzare con i commilitoni e si scattano le foto di rito.. l'atmosfera è già fantastica e frenetica allo stesso tempo. I veterani della prima edizione ragguagliano i "pivelli" (come me, sopratutto) con alcune informazioni... chi ne sà più degli altri cerca di mettere a proprio agio tutti.

SI SCENDE! era ora.... sul piazzale centinaia di persone che sfilano in mimetica e di nuovo pensi: che spettacolo! Finalmente ci si incolonna e l'organizzazione ci guida fino alle nostri basi operative; noi siamo i primi a fermarci presso la "Base Capanne", avamposto più a ovest al confine con i territori dell'UNOCAP e a pochi kilometri dalle zone controllate dai regolari.
Scarichiamo l'attrezzatura e ci sistemiamo velocemente nei nostri alloggi. Pochi minuti dopo ci ritroviamo sul piazzaletto tutti riuniti per ricevere le prime istruzioni; veniamo assegnati al "Plotone Zanca" e conosciamo i nostri capi plotone.
Una mezz'ora più tardi il nostro comandante in capo, Valerix, ci passa in rassegna.... penso: "cazzo... stiamo giocando e mi sento già di "appartenere" a sto tizio che recita una parte... e se avessimo fatto sul serio cosa avrei fatto?!".
Adesso uno dei momenti più belli... tutti in fila per ricevere il basco verde con il simbolo "Brassard"... ora si che sono un Elbano-Corso! lo indossiamo tutti fieri... i click con macchine fotografiche e I Phone non si contano. I "click" nella nostra memoria... anche.
Ci viene detto di essere operativi alle 15.45.... i Patriot alle 15.20 sono già sul piazzale con tattici indossati, zaini sulle spalle e una gran voglia di iniziare.
Arrivano le munizioni... estremamente razionate. 30 BB a testa che, per i "pivelli" come me, sembrano una miseria. Non sò perchè, ma la consapevolezza di avere il caricatore pieno di pallini instilla in te una sorta di "strana" tranquillità... un monofilare ti mette un pò di ansia, un monofilare pieno per un quarto ti butta un pò giù il morale.
Comunque non importa... gli ordini non si discutono. Se ci hanno mandato queste poche casse di munizionamente un motivo ci sarà. Il nostro punto di riferimento, Zed, non si lamenta... non lo fanno neanche i nostri "vecchi", Wolf e Joker... non lo fà neanche una "spina" come me.
La nostra polveriera, ora, contiene del materiale prezioso... va quindi presidiata. Un gruppo di 5 rimane sul posto... il resto della compagnia si sposta per piazzare un primo check point sulla strada in basso che dalla statale porta fino in cima alla base (posta sul fianco di una collinetta). Un'altra pattuglia presidia un check point più in alto all'altezza degli alloggi. Il rischio è basso e, forse, i Regolari sono messi peggio di noi... ma non possiamo fidarci, meglio stare con gli occhi aperti.
Al check point basso andiamo io, Zed e Padrino... passano i primi mezzi... li fermiamo, chiediamo i documenti... passaporti OK, sono dei nostri!

Ore 18 di venerdì... ci muoviamo verso la "Killing House", un'area attrezzata che ci permetti di iniziare a muoverci e a lavorare in gruppo. Il classico percorso a stanze con figurini da colpire... i buoni devono vivere, i cattivi devono morire. Ci danno qualche misero pallino in più... riempiono i nostri carichini fino a metà circa. Partiamo: prima stanza... LIBERO! seconda stanza, OSTILE A TERRA! e così via....
Sparo poco cercando di tenere i colpi per quando serviranno veramente e, intanto, arriviamo alla fine del "labirinto".
Si rimonta sui mezzi e si torna a quella che per due giorno definiremo "casa"; In serata è prevista una sfilata delle truppe Elbano-Corse nel centro del paese di Capoliveri, la nostra roccaforte conquistata con orgoglio durante le operazioni del 2010. Mangiamo qualcosa giusto per fermare i morsi della fame; un pò di tonno, un pò di carne in scatola... anche un buon cornetto ripieno di cioccolato che a tutti riesce sempre a regalare un pizzico di energia e di piacere in più.
Altro turno al checkpoint... l'oscurità è già calata da un pezzo e la temperatura quasi estiva del pomeriggio lascia spazio ad un valore molto più basso dei termometri. Non importa... il freddo non è poi così intenso e lo sopportiamo benissimo. Tra un mezzo e l'altro penso quando inizieremo a fare veramente sul serio... chi aprirà le ostilità?

I capi plotone ci ordinano di montare di nuovo sui mezzi… a Capoliveri il Comandante Valerix ci aspetta nella piazza centrale per salutarci e darci il benvenuto. Mi guardo gli anfibi, ben stretti sopra le caviglie… sono già sporchi e impolverati. Vorrei pulirli e lustrarli per la sfilata ma non c’è tempo… poco male, avranno un’aria ancor più operativa.
Ci sistemano in una viuzza poco fuori dal centro del paesino… ci organizzano e ci implotonano in file ordinate per iniziare a marciare. Il rullo dei tamburi scandisce il tempo per i nostri passi… UNO-DUE-UNO… UNO-DUE-UNO!
Valichiamo il centro storico e iniziano le proteste: un gruppo di abitanti contesta i nostri “giochi di guerra” con fischietti e parole poco piacevoli. Non vogliono vedere i nostri fucili nel loro paese… dicono che sia uno spettacolo diseducativo per i più piccoli. Dicono di ripudiare la guerra…
Ma quale guerra? Questo è il mio sport… questa è la mia passione.
Io sono un softgunner e amo valori come il rispetto, l’amicizia e lo spirito di corpo. Io amo la fratellanza e la correttezza e sono fermamente convinto che gli spettacoli diseducativi non vengono messi in scena a Capoliveri una sera di venerdì… li vediamo quasi tutte le domeniche negli stadi o tutti i giorni nei telegiornali. Persino nei cartoni animati ci sono scene di violenza.
Comunque non tutti sono contro… da una parte c’è chi grida “Buffoni”, ma dall’altre c’è chi ci batte le mani e ci dice “Bravi!”. Il pubblico a nostro favore non è molto… ma la sua forza è per noi dieci volte superiore a quella dei contestatori, tanto che, alla fine, le parole negative ci scivolano addosso e nemmeno le percepiamo.

Eccolo lì sul palco, è Valerix! Ci guarda e inizia a ringraziarci… ci dice di essere fiero della nostra presenza! Ma il tutto dura poco… tre colpi di fucile e un cecchino lo colpisce in pieno. Il nostro comandante stramazza a terra e nella piazza c’è il caos. Le truppe si sparpagliano e corrono per mettersi al riparo… io perdo contatto con il mio plotone e posso solo fare quello che tutti gli altro fanno: correre verso l’uscita della piazza. Col fiatone e 8 kili di attrezzatura sulle spalle, intravedo da lontano Zed e cerco di ricompattarmi ai miei compagni… ora si che ci siamo… LA GUERRA E’ INIZIATA. L’Operazione Ad Maiora è in atto.
Dai capi arrivano notizie contrastanti… Valerix è morto! No, è vivo ma ferito gravemente alla spalla… un’ambulanza lo sta portando via per le dovute cure. Nella confusione ci ordinano di tornare alle nostre basi e rimanere operativi per iniziare le missioni. Noi Patriot operativi lo siamo già dalle 15 del pomeriggio… non chiediamo altro.

Arriviamo alla base e, per precauzione, il comandante “Tonno” decide di spostare la polveriera in un’area meglio controllabile e difendibile. Piazziamo una tenda che fungerà da bunker e iniziamo a presidiare la zona. Finalmente arriva un furgone carico di munizioni… possiamo riempire fino all’orlo i nostri caricatori! Il nostro comandante di squadra, Zed, riceve ordini dai superiori: ci concedono qualche ora di riposo per poi effettuare un’operazione di intelligence durante la notte: il comando ha ricevuto delle informazioni riguardo un sito sensibile e i Patriot devono controllare e bonificare l’area. Finalmente si fa sul serio!
Ci spogliamo e sistemiamo l’attrezzatura… tutto è già pronto per la partenza. Organizziamo tutto al meglio per poter dormire qualche prezioso minuto in più. Facciamo appena in tempo a toccare il cuscino e già entriamo in un sonno profondo… dopo circa 20 ore in piedi la stanchezza è micidiale. Meglio riposare che la nottata sarà molto lunga…

CONTINUA!
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